Scrofe e svezzamenti

La scrofa ha una gestazione di 114 gg, dopo di che partorisce ed allatta per 28 gg, quindi viene svezzata e nel giro di pochi gg viene in calore.

Gestazione della scrofa

La rimonta delle scrofette è del 40%, cioè le vecchie scrofe che escono e le nuove scrofette che entrano. L’età della scrofetta in entrata è di 7,5 mesi.

Gli obiettivi per le scrofe sono fertilità all’80% (rapporto gravidanze/fecondazioni), portata al parto 80% (rapporto parti/gravidanze), nelle scrofette ambedue leggermente inferiori. Il numero di parti è 2,15 all’anno.

Per ottimizzare i flussi nella scrofaia si utilizzano ormoni: 

le Prostaglandine PGF2α per l’induzione e la sincronizzazione dei parti della scrofa, e per il secondamento post-parto della placenta e 

il Progestinico  che sincronizza l’estro delle scrofette.

Il calore si manifesta esteriormente soprattutto quando la scrofa si ferma ed accetta il maschio.

A questo punto viene fecondata secondo natura o artificialmente.

Le fecondazione naturale ha bisogno di un verro ogni 25 scrofe, mentre quella artificiale ogni 100 scrofe.

La fecondazione artificiale prevede la raccolta del seme con l’uso della cavallina. Il seme raccolto viene visto al microscopio per vederne imperfezioni e vitalità degli spermatozoi, viene diluito in modo da ottenere ogni volta 10 dosi, le dosi vanno tenute in frigo termostato a 17°C e vanno consumate entro 2 settimane.

La scrofa in calore viene messa in gabbia, durante la fecondazione è bene avere sempre un ruffiano nelle vicinanze così da stimolare la scrofa. Prima di infilare nella vulva il catetere, la si pulisce con carta igienica.

Dopo la fecondazione la scrofa viene lasciata in gabbia per tre settimane, se in questo periodo non torna in calore, viene liberata formando dei gruppi di scrofe gestanti. Tenere le scrofe in gabbia nel primo periodo migliora la fertilità perché riduce i ritorni. I ritorni sono dovuti o non avvenuta fecondazione o ad aborti precoci. Per migliorare la fertilità la scrofa non deve essere nè magra, nè grassa. Se la fecondazione non è stata fertile, 21 gg dopo si osserva il ritorno di calore. Il rotorno rappresenta un grosso costo per l’allevatore: 21 gg su 142 gg (114+28+7) significa che i costi del suinetto aumentano del 14%. Se nel giro di 2 o 3 ritorni la scrofa non resta gravida, viene scartata e mandata al macello.

Durante la gestazione la scrofa riceve circa 3 kg di mangime al giorno che viene aumentato a 3,5 kg l’ultima settimana prima del parto. In questa fase il mangime contiene almeno un 30% di crusca a foglia larga e almeno un 10% di soia farina di estrazione, il resto sono cereali, mais, orzo, frumento e biscotti. Differenziare le fonti energetiche ripara anche da eventuali rischi da micotossine.

La settimana prima del parto la scrofa entra in sala parto dove riceve un mangime con una buona fibra contenente polpe, lino e segatura di conifera che migliorano il transito intestinale, si aggiunge aringa e siero in polvere per sostenere la scrofa in vista del parto, si aggiungono solfato di magnesio, cloruro di calcio per acidificare le urine.

Le fibre migliorando il transito intestinale riducono il tempo del travaglio, il suinetto nasce subito, viene poco stressato e va subito ad alimentarsi con il colostro.

L’acidificazione ostacola le infezioni intestinali da coli nei suinetti.

Durante il parto nascono una quindicina di suinetti del peso di circa un kg.

Lattazione dei suinetti

La lattazione dei suinetti dura 28 gg, la riduzione dei tempi può aumentare la mortalità dei suinetti nel successivo svezzamento.

Il suinetto nelle prime ore assume il colostro, quanto prima lo assume tanto più sarà protetto dalle immunoglobuline materne.

Nella prima settimana viene iniettato del ferro destrano al suinetto per contrastare eventuale anemia.

La gabbia parto è su pavimento grigliato, anteriormente di fianco alla mangiatoia della scrofa c’è il nido riscaldato dagli infrarossi. Spesso dopo la prima settimana si aggiunge del latte in polvere diluito con acqua per aumentare l’ingestione. Quindi si aggiunge gradualmente del mangime sottoscrofa dove parte dei cereali è soffiata o schiacciata così da essere più digeribili, la crusca si riduce ai minimi, si usa la soia integrale termicamente trattata, si aggiunge latte o siero in polvere, aringhe, talvolta il costoso plasma. Spesso è necessario medicare con farmaci per il contrasto delle diarree.

A 28 gg il suinetto pesa 7 kg.

La scrofa in lattazione passa da 3,5 kg di mangime al giorno a 10 kg al termine, consumando mediamente 5-6 kg. Il mangime deve essere arricchito di grassi digeribili, aringhe, aminoacidi, polpe e lino.

Obiettivo dell’allevatore di suinetti

L’allevatore deve vendere più suinetti sani possibili, facendo nascere tanti:

deve ottenere almeno 2,15 parti all’anno dalla scrofa, che deve partorire almeno 15 suinetti a parto, deve avere una mortalità in sala parto inferiore al 10%, insomma l’allevatore deve puntare a far uscire dalla sala parto 30 suinetti per scrofa per anno.

Insomma molti deve….irrealizzabili.

Vaccinazioni delle scrofe

Vaccino Leptospirosila

La Leptospirosi causa l’aborto, si dovrebbe vaccinare scrofette e scrofe  prima di entrare in riproduzione, successivamente dovrebbero ricevere il richiamo a ogni svezzamento.

Vaccino Coli E.

Il coli causa diarrea agli animali giovani, la strategia migliore è vaccinare la scrofa prima del parto, perché aumenta gli anticorpi nel colostro della scrofa.

Vaccino Circovirus   

Il Circovirus suino di tipo 2 (PCV-2) nelle scrofe è usato per proteggere da:

Infezione nei primi 35 gg di gestazione che causa morte embrionale, ritorni di calore irregolari, nidiate piccole.

Infezione tra 35 e 70 gg di gestazione che causa morte embrionale con feti mummificati.

Infezione dopo 70 gg di gestazione che causa feti mummificati, aborti, ritardo del parto, nati morti, nati deboli.

Altri Vaccini

Altri vaccini contro Prrs, polmonite, pleuropolmonite, influenza, mal rosso, salmonella.

La Prrs è una malattia virale che colpisce la riproduzione.

Polmonite, pleuropolmonite, influenza interessano il suino dopo lo svezzamento.

Il mal rosso è una malattia della cute che si presenta con rombi rossi.

La salmonella è una malattia intestinale sottoposta a sorveglianza perchè è una zoonosi.

Altri Trattamenti

Castrazione dei suinetti maschi: la tecnica è la estrazione dei due testicoli dallo scroto, questo rende la carne del suino mangiabile, altrimenti avrebbe un sapore forte di urina.

La castrazione aumenta l’accumulo di grasso rispetto alle proteine.

La carne dei suini femmine non avviate alla riproduzione ha un contenuto in grassi che è una via di mezzo tra quelle del maschio intero o verro e il suino castrato.

I vermi intestinali e la rogna cutanea sono combattuti con una iniezione di Ivermectina.

La derattizzazione specialmente invernale è necessaria per il controllo dei ratti. I

Commercializzazione dei suini

Oltre al prezzo di listino l’allevatore di suinetti può godere di un premio di vendita di 0,2 €/kg.

Il premio viene concordato quando non ci sono animali sufficienti sul mercato, o perchè i suini di un allevatore sono notoriamente più sani, o perchè hanno ricevuto le vaccinazioni alla moda, o perchè gli animali sono omogenei, cioè di peso uguale.

Il premio può diventare un fattore importante della redditività dell’allevatore.

Fisco

L’allevatore gode di un recupero Iva del 9,5% dell’IVA incassata.